“Ho visto la Nave dei Veleni, dentro ci sono bidoni di rifiuti tossici e scheletri umani”

Navi cariche di rifiuti tossici altamente pericolosi affondate nel Mar Mediterraneo dalla ‘ndrangheta con la complicità di imprenditori e con la copertura dei servizi segreti deviati: è la storia delle “navi dei veleni”, ritornata alla ribalta delle cronache dopo le analisi svolte dall’ARPA Calabria sui livelli di radioattività sulle spiagge della costa ionica.

Il primo ad indagare sul fenomeno fu il capitano Natale De Grazia della marina militare, morto in circostanze misteriose nel 1995 mentre si recava a La Spezia per riferire sulle indagini in merito alle navi dei veleni.

A raccontare ai magistrati nel 2005 il sistema di smaltimento illecito di rifiuti tossici attraverso l’affondamento delle navi fu il pentito di ndrangheta Francesco Fonti, morto nel 2012, che consegnò un dettagliato dossier con i nomi delle navi dei veleni affondate e la loro posizione. Una delle navi indicate da Fonti è il Cunski.

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