Tutti gli scenari sulle missioni militari dell’Italia all’estero

L’approfondimento di Stefano Vespa

“Quantità e qualità” oppure “meno quantità e più qualità”. Nei prossimi mesi e anni l’impegno delle Forze armate italiane andrà probabilmente rimodulato pur nell’imprevedibilità dello scacchiere internazionale e delle conseguenti scelte di politica estera, di cui i militari sono strumento. Continua ↓

In questi ultimi giorni di ferie della politica ai temi del terrorismo e dell’immigrazione si è aggiunto quello dell’Afghanistan dopo l’annuncio di Donald Trump di inviare altri 4mila soldati nella missione Nato Resolute support, cui ha fatto seguito una pressione nei confronti della Gran Bretagna al fine di rimpolpare il proprio contingente e un’entusiastica nota del segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, nella quale ha sottolineato che nelle scorse settimane più di 15 nazioni hanno aumentato il proprio contributo. Secondo l’ammiraglio James Stavridis, già comandante delle truppe Nato in Europa, gli alleati dovrebbero aggiungerne altri 4mila. Una decisione, quella di Trump, che ha riacceso i riflettori su un’area accantonata dai media.

Si è parlato molto nei mesi scorsi della richiesta americana ai membri della Nato di aumentare le spese per la Difesa per arrivare al 2 per cento e di come l’Italia, circa all’1,1, non possa né abbia l’intenzione di aumentarle invitando a guardare anche la qualità dell’impegno. Proprio all’importanza del ruolo dell’Italia si sta dedicando la stampa internazionale:

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