Da quasi due anni il “milite ignoto” giace dimenticato in una scatola, forse adesso troverà sepoltura

Le sue ossa sono state ritrovate nella primavera del 2015 sotto le Dolomiti, tra la Marmolada e il Passo di San Pellegrino, in provincia di Trento. In quel fazzoletto di montagna italiani e austriaci si sono combattuti e uccisi tra il ghiaccio, la neve e gli stenti. Anche il povero soldato individuato da un civile, Livio Difrancesco, e poi affidato ai carabinieri di Moena che, su disposizione della autorità giudiziaria, “hanno curato il trasferimento dei resti presso la locale camera mortuaria”, ha perso la vita “per la Patria”.

Ma il suo sacrificio non è valso ad assicurargli un riposo dignitoso almeno da morto. Le spoglie di questo sfortunato “milite ignoto” sono infatti sistemate ancora in modo provvisorio, nella stazione dei Carabinieri, non si sa bene se in un sacco, in una cassetta o in una scatola di cartone con un’etichetta e qualche crocifisso sopra.

 “Allo stato attuale – come ha raccontato ieri Repubblica con un articolo di Paolo Rumiz e con un altro nell’edizione di oggi – il Ministero della Difesa avrebbe dovuto attivarsi attraverso l’Istituto Interforze Onorcaduti per provvedere alla sepoltura”. Ma non l’ha ancora fatto. Anche se nell’edizione odierna del quotidiano romano si precisa che il Ministero è in ritardo “perchè mancava il nulla osta del magistrato”.

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