«Mio figlio ucciso dall’uranio impoverito». In causa con lo Stato in cerca della verità

UDINE – «Non voglio risarcimenti, voglio solo la verità. I politici sanno e sapevano, ma continuano a negare. Io comunque non mi fermo». A parlare così è Nadia Pecoraro, la madre di Emanuele, ‘Pek’, parà della Folgore morto nel 2007 a causa di una malattia fulminante.

«E’ stato ucciso dall’uranio impoverito», aggiunge la donna, che dimostra grinta e determinazione, ma allo stesso tempo un’immensa dolcezza nel ricordare il suo amato figlio, morto a soli 31 anni. «Siamo in causa con lo Stato italiano da quanto Emanuele è morto, nel luglio 2007.

In questa battaglia siamo supportati da Domenico Leggiero e dall’avvocato Angelo Fiore Tartaglia. Ciò che voglio è che lo Stato ammetta di aver ucciso Emanuele e gli altri 349 ragazzi morti senza averli adeguatamente informati sulla presenza dell’uranio impoverito».

Leggi tutto, clicca QUI

Condivisione
Metti un like alla nostra pagina facebook, Clicca QUI. Ci trovi anche su Telegram, Clicca QUI. (Se non hai Telegram, Clicca QUI)

Lascia un commento