Maresciallo cacciato dall’Esercito e finito agli arresti – Oggi assolto perché il fatto non sussiste

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La vicenda che vi proponiamo oggi ha del surreale. Un militare intento a compiere il proprio dovere si trova implicato in un’ indagine giudiziaria. L’ accusa sarebbe quella di  aver chiuso un occhio sulla qualità nella realizzazione dei moduli abitativi provvisori post-sisma 2009 (Map) , agevolando cosi il guadagno illecito di alcuni imprenditori .Per questa vicenda, nel 2013 Ragone è finito agli arresti domiciliari per i reati di corruzione, peculato, estorsione, falso e truffa ai danni dello Stato.  Ieri invece, tutti gli undici capi d’accusa sono caduti , ed  il Primo Maresciallo Rocco Ragone è tornato ad essere un uomo libero, riappropriandosi della dignità di uomo e di soldato . Di seguito l’articolo di abruzzoweb.it che vi invitiamo a leggere integralmente nel link in calce : Continua ↓

“Si è chiuso oggi un processo durissimo partito con undici capi di imputazione, dall’estorsione alla malversazione, caduti lungo il cammino come castelli di carta. E si è chiuso con l’imputato Ragone che si è riappropriato della dignità di uomo e di soldato”. Continua ↓

Così Amedeo Ciuffetelli, avvocato difensore di Rocco Ragone, ex primo maresciallo dell’Esercito Italiano imputato all’Aquila nel processo “Mappopoli” assolto oggi “perché il fatto non sussiste”. Continua ↓

Ragone, questo il “succo” dell’impianto accusatorio, avrebbe chiuso un occhio sulla qualità nella realizzazione dei moduli abitativi provvisori post-sisma 2009 (Map) delle frazioni aquilane di Cansatessa, San Vittorino, Arischia e Tempera nella veste componente della task force “Gran Sasso” che esaminava lo stato dei lavori e il rispetto delle norme imposte da palazzo Chigi. “Quello che posso dire – commenta ad AbruzzoWeb Ciuffetelli – è che me l’aspettavo. Fin dai primi atti, dalle parole di Ragone, dagli undici capi di imputazione iniziali di cui quattro caduti in sede di udienza preliminare. Parliamo di capi di imputazione di una complessità incredibile che però, con un lavoro lunghissimo e faticosissimo, sono stati smontati in cinque anni, a cominciare dalla perizia dell’ottimo Di Salvatore, professionista che stimo, ma sulla cui perizia è venuta fuori una miscela di equivoci, interpretazioni di intercettazioni, inghippi sulle perizie, insomma, il caos”. Per continuare a leggere, clicca QUI

 

 

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