Erwin Rommel genio militare che amava sfidare la sorte

Di Renato de Robertis

A diciotto anni avevamo due miti. Arthur Rimbaud: la libertà, i versi e la poesia del viaggio. A diciotto anni si vive di miti. Si sa. Lo avremmo compreso studiando Roland Barthes. Il mito è una narrazione, è come un personaggio che genera di continuo immagini e contenuti. Il mito è “ciò che subisce le leggi di un discorso” e il suo discorso ritorna. Sempre.

Altro mito della nostra gioventù, Erwin Rommel. Che oggi ritorna. Non lo aspettavamo. Era chiuso in qualche libro di Storia militare.Era dimenticato nei discorsi di giovanotti che avevamo deciso di attraversare l’Europa, per portare dei fiori sulla tomba di Rommel, nel Cimitero di Herrlingen, a Blaustein.

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