http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snpen&id=./20181115/snpen@s60@a2018@n51774@tS.clean.pdf

Controllo servizi bar Cecchignola – Militare condannato a tre anni di reclusione

Maresciallo dell’ Esercito condannato a tre anni di reclusione in tutte le sedi di giudizio



Un maresciallo dell’esercito incaricato della gestione del contratto e del controllo dei servizi bar all’interno della Città Militare della Cecchignola di Roma nonché
membro e segretario della Commissione di controllo di tali servizi, abusando della
sua qualità costringeva o, comunque, induceva il gestore civile di vari punti ristoro, a consegnargli, in più occasioni, indebitamente somme di denaro per
complessivi ventimila euro , garantendogli tra l’altro il perseguimento di una
protratta permanenza in qualità di gestore dei servizi di ristoro all’interno del
suddetto comprensorio militare e, comunque, per poter effettuare tali attività
senza subire controlli o rilievi pretestuosi. Tali fatti sono occorsi tra il 2007 e il
2008.

Il gestore dei  servizi, ( il civile )  sentito dagli inquirenti, in seguito, durante le  indagini, ha riferito che il maresciallo , appena dopo che la sua società si era
aggiudicata l’appalto, lo aveva avvicinato tramite una conoscenza in  comune, per chiedergli la corresponsione la somma di ventimila euro annui “per stare tranquillo per alcune cose“, e per avere alcune indicazioni utili ai
fini di una migliore gestione dell’attività e per poter contare sul rinnovo del
contratto.  Nel prosieguo, in esecuzione dell’accordo, il gestore dei servizi aveva corrisposto al suddetto maresciallo la somma convenuta versata in rate mensili (dell’importo di euro duemila), ovvero settimanali (dell’importo di euro cinquecento), fino a quando, per sopraggiunti e non meglio indicati problemi, il maresciallo gli aveva chiesto una somma maggiore per cui egli gli aveva versato, in un’unica soluzione, l’importo di seimila euro, interrompendo poi i pagamenti periodici.



La Corte di appello di Roma, nel gennaio 2018, ha confermato la sentenza di primo grado che, qualificato il fatto come delitto di induzione indebita, ai sensi dell’art. 319 quater cod. pen., aveva condannato Vincenzo Cerreto alla pena di anni tre di reclusione

Il Maresciallo dell’ Esercito, tramite il suo legale, ha tentato la via della  Cassazione…. inutilmente. La Cassazione infatti , nella sentenza emessa lo scorso settembre, ha confermato la condanna ai tre anni di reclusione, ritenendo manifestamente infondati tutti e tre i motivi di ricorso. L’ormai Ex maresciallo dovrà pagare inoltre le spese processuali e la somma di euro duemila in favore della cassa delle ammende.



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