Abusi sessuali su tredicenne L’ Esercito sospende il Militare dal servizio: indegno!

Ancora una volta la giustizia si trova a fare i conti con un insospettabile. L’ indegna vicenda questa volta arriva da Cuneo, a poche settimane dai fatti di Anzio, quando un militare fu accusato dalla figlia di averla abusata sessualmente.

Questa volta ad essere accusato è  un militare dell’Esercito in servizio a Cuneo. Omettiamo di fornire il nome della Caserma per rispetto ai militari che vi prestano servizio. L’uomo, un insospettabile trentenne, sposato con prole, era stato posto sotto osservazione da mesi. La squadra mobile di Cuneo avrebbe arrestato l’uomo già lo scorso dicembre ma la notizia è stata resa nota soltanto oggi . Secondo gli inquirenti, il graduato avrebbe compiuto continui abusi su di una ragazzina di 13 anni, costringendola a subire molteplici rapporti sessuali.



Il militare è inoltre accusato di aver divulgato del materiale pedopornografico nei principali social network. Durissimo il comunicato dell’Esercito Italiano che in una nota ha espresso:

  “profondo sdegno e condanna”. Il graduato, è stato “immediatamente sospeso, già dallo scorso mese di dicembre, dal servizio e da ogni iter concorsuale a cui lo stesso aveva aderito”. “Laddove le accuse fossero confermate  si tratterebbe di un comportamento indegno, inaccettabile e immorale, ancor più aggravato per uomini e donne che indossano l’uniforme e rappresentano lo Stato”.


“Confermando totale condanna e pieno rigore nel perseguire i comportamenti che violano i principi e i valori su cui si fonda l’Istituzione e assicurando la massima collaborazione e trasparenza con gli organi inquirenti, l’Esercito esprime la totale intransigenza, tolleranza zero, nel contrastare tali inammissibili condotte. Tali soggetti non sono degni di indossare l’uniforme. Tale avvenimento lede fortemente la dignità e l’onore di tutto il personale dell’Esercito che, invece, con profonda integrità, spirito di sacrificio, professionalità, quotidianamente svolge il proprio dovere, in Italia e all’estero, anche a rischio della propria vita”.




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